Riflessioni AT da un'immagine...
Ogni giorno vediamo immagini, ascoltiamo frasi o parole, e spesso, queste forme di comunicazione arrivano come moniti, a volte come consigli, talvolta come mantra.. a me stamane.. questa immagine online..ha destato una serie di riflessioni..e l'ispirazione per condividere un articolo.
Un'immagine, una frase, o le tante frasi quotidiane, che a studio quanto per strada posso sentire comunemente..:
"come fai le cose TU..non è giusto "
"non vali niente.. lascia perdere"
"devi solo ringraziarmi"
"credi ancora ai sogni?"
"lo vedo cosa sai fai!"
"guarda gli altri come sono bravi"
"sei sempre sbagliato"...
Frasi, parole, espressioni, messaggi genitoriali che spesso arrivano, da genitori reali o come direbbe la Benjamin, dalla famiglia in testa, da parenti, pseudoamici, persone che ci stanno accanto,
che rinforzano le convinzioni che sono in noi, gli schemi ed i modelli che abbiamo fatto nostri, i famosi MOI di Bowlby per esempio, creando un circolo vizioso di comportamenti e scene che si
ripetono, il copione in senso più Berniano, che mettiamo in scena, in diversi luoghi e contesti ma sempre con questi messaggi di fondo..che in termine psicologico prendono il nome di "SVALUTAZIONE"
.
Da una parte la possibile strutturazione di tale dinamica, può essere favorita e favorire il circolo della dipendenza, dove trovano terreno fertile l'incastro perfetto tra vittima e carnefice, nei
casi più estremi di violenza, ma anche nelle piú semplici routine di sottomissione, le situazioni di ruolo definite up-down.
Dall'altro, nei casi meno patologi, l'aleggiare di un malessere di fondo, di sentimento in incomprensione e insoddisfazione, dove si alternano rassegnazione a scoppi di ira, "emozione parassita" per
non svelare l'emozione autentica della "tristezza", per non essere visti, valorizzati e sostenuti.
Spesso é un circolo diffilicile da interrompere, per fragilità di personalità o semplicemente per automatismo, diventato tale quando "adattarsi" ed "essere sottomessi"era l' unica scelta per un
"Bambino" per non perdere l'affetto o la vicinanza, seppur "non sana", dell'ADULTO di riferimento....
Cambiare quella scelta si può... vederla é il primo passo per rompere quel circolo.
Quante riflessioni da un'immagine... la mente lavora costantemente!
Dott.Giusy Casile
Psicologa
Psicoterapeuta AT